La luganega, anche detta luganiga o luganica è il nome tradizionale attribuito in alcune regioni del Nord a un insaccato fatto con carne di suino e altre regioni padano-alpine a un insaccato fresco di carne di suino, assimilabile alle salsicce.
Il salume ha origini antiche, risale all’epoca romana in cui la lucanica indicava un tipo di salsiccia originaria della Lucania.
Ce ne parla Varrone nella sua opera De lingua Latina (V, 22, 111):
“…una salsiccia fatta con l’intestino crasso del maiale è chiamata lucanica, perché i soldati l’hanno imparata a fare dai Lucani”.
Lucanica tutt’oggi è un prodotto tipico della Basilicata.
Fa parte della tradizione agroalimentare di moltissimi paesi lucani.
Si allevava il maiale.
L’uccisione era un rito che coinvolgeva parenti e amici.
Del maiale “non si buttava niente”, dal sangue utilizzato per il dolce sanguinaccio, fino al lardo e alle setole.
Senza parlare delle carni e degli intestini utilizzati per i salumi, carne conservata di cui si faceva scorta per tutto l’inverno.
La Lucanica ha ricevuto un marchio di qualità.
Il riferimento è alla Lucanica di Picerno Igp.
È il prodotto di salumeria lucano per antonomasia, preparato con tagli di carne di maiale con l’aggiunta di sale, peperoncino dolce o piccante e seme di finocchio, e presenta una caratteristica forma ad “U” e un peso che varia da 250 a 350 grammi a pezzo.
Picerno al maiale ha dedicato una sagra: il Lucanica festival conosciuto come Porklandia.
Durante l’evento nel centro storico si diffondono gli aromi e i profumi delle pietanze, accompagnati dalla musica.
Oltre che a Picerno, la Lucanica si produce anche nei borghi del territorio limitrofo: Tito, Satriano e Savoia di Lucania, Vietri di Potenza, Sant’Angelo Le Fratte, Brienza, Balvano, Ruoti, Baragiano, Bella, Muro Lucano, Castelgrande e Sasso di Castalda, tutti comuni della provincia di Potenza.
Roberta Nardacchione